Per tante persone l’estate è sinonimo di vacanza, di stacco, di famiglia in villeggiatura – che buono il gusto un po’ rétro di questa parola, eh?
Non per tutti però è così.
C’è chi l’estate l’accoglie tremando vagamente, chi la teme come un tempo di prova, di incertezza.
Ci sono i ricordi brutti, di perdita e dolore, fatica immensa e lacrime.
Di sospeso terribile, di vuoto e ingiustizia.
A quelli, a volte, si sommano poi i passi dentro una vita nuova. Spesso la si è scelta, è vero, ma non per questo è più facile camminarci. Una vita nuova porta su strade sconosciute, sulle quali si deve imparare a procedere da soli, richiede un riassestamento, significa affrontare le proprie paure, i propri limiti, dal cambiare una lampadina senza aiuto al guardarsi allo specchio e chiedersi se si è felici.
Significa potersi trovare a riempire vuoti improvvisi in momenti sbagliati, organizzare un viaggio senza avere nessuno accanto, riempire serate che diventano improvvisamente spaziose come lande a ridosso di fiordi ripidi.
L’estate può diventare per tanti vuoto che si riempi di panico. Nuovi equilibri che sembravano facili da maneggiare, a tratti diventano pesanti come valigie pronte, ma che rimarranno lì sulla porta.
Sospesi i ritmi della vita quotidiana si fanno i conti con se stessi, ci si guarda dentro, si cerca di capire fin dove si riesce a fare, a reggere. Fin dove lo stare bene con se stessi sia reale o costruito. Si impara, si cresce, ce la si fa, se lo si vuole. Oppure si cede, ci si lascia scivolare dentro giorni lunghi, privi di senso. Le persone che si amano lontane, quando le vorresti con te.
L’estate non è per tutti sempre allegria.
Eppure per tutti esiste la possibilità. La possibilità che torni ad esserlo, a diventarlo. Perché la vita in qualche modo la puoi scegliere. Puoi scegliere come prenderla, come vivere quello che ti piomba addosso. Perché oggi, quando attraversavo i miei ultimi 8 anni e le centinaia di foto, in tutte, ma proprio in tutte, Superbimbo sorrideva o persino rideva. In tutte le sue foto. Prima, durante e dopo. In ospedale e fuori, al mare, in montagna, di nuovo in ospedale. E suo fratello ha imparato a farlo. Mentre ho guardato la mia faccia e quasi non mi sono riconosciuta… dov’ero?
Quindi, l’estate è qua e io ho già iniziato a piangere. Ma non sarà così per sempre.