Autonomia cognitiva

‘Hey Superbimbo, sai che tra qualche giorno è il tuo compleanno? Hai un desiderio da avverare?’

  • ‘Vojo ‘na matita’

‘Un lapis, una matita grigia?’

  • ‘Sì, una. No, tle. No, così’ [apre una manina]

‘Cinque matite? E per farne che?’

  • ‘Pesclivele’

‘Vuoi imparare a scrivere? D’accordo! E cosa vorresti scrivere?’

  • ‘Supebimmbo, nome – [Qualche istante di riflessione] – Plincipe, mio amico. Mamma e papà, vi vojo bene’

Superbimbo ha iniziato a parlare quasi all’improvviso. E questi sono i suoi primi pensieri costruiti in autonomia. Stiamo scoprendo che ricorda eventi passati, di periodi durante i quali lui ancora non proferiva parola. E io sto scoprendo che pure io gli voglio bene, più di quanto pensassi.

Pensieri piccoli

La penso da tre giorni, quasi ininterrottamente. Ma ancora di più penso ai suoi genitori. Hanno dovuto lasciarla andare. Non so nulla di lei, se non che ha vissuto i suoi otto mesi di vita in ospedale. Mi chiedo come si riesca a non farsi ingurgitare dalle sabbie mobili dell’oblio.

C. non ce l’ha fatta. Ma come faranno ora i suoi genitori? Come si fa a scendere a patti con la morte del proprio figlio? Come si sopravvive?

Poi, un’altra storia, un’altra bimba: atresia e necrosi cerebrale da emorragia, quella che Superbimbo ha scampato, per puro caso. Uno schiaffo in pieno viso, l’immagine della fatica e della preoccupazione prende colore e profondità, ma soprattutto quella sensazione che tempo fa mi uccideva: il non vederne la fine, il continuum di strazio e mancanza d’ossigeno.

E, invece, la sorpresa. Le parole della sua mamma, lucide e dolci, mi hanno confortato – Lei a me! Tu pensa… – perché hanno trovato un loro equilibrio, stanno bene e hanno progetti pieni di ottimismo. Perché G. ride sempre ed è felice.

Così, mentre il mio mini orto di erbe aromatiche si gode il sole di fine marzo, inconsapevole, mentre le note di Vasco escono dalla finestra dei miei vicini riempiendo il silenzio, seduta sul balcone respiro profondamente per accettare la confusione di sensazioni e sentimenti che mi si affollano dentro, evitando di dare loro pesi e significati. Perché a volte non serve.

NB: per aiutare i genitori di C. – http://www.aitfbimbi.it/