Stanchezza

Schermata 2016-05-08 alle 19.08.21

Funziona così. Pensi di essertene liberata, lo pensi veramente. Abbassi un po’ la guardia e giochi di resistenza. Ci provi almeno. Poi qualche giorno di troppo e ti pieghi. Soccombi.

La stanchezza, non quella buona dopo una giornata in montagna, ma quella subdola che si insinua dentro di te senza farsi sentire, viene sottovalutata, negata o rimandata. Eppure può rovinare giornate intere, mesi. Anni. Sì, anni. Ti erode i contorni, ti leva le risorse in modo metodico e costante. Non si ferma di fronte a nulla, ti succhia via la vita. Ti svuota finché ti sembra di impazzire.

Se non hai accanto qualcuno che ti tenga la mano, che ti accarezzi per calmarti, è quello che accade.

Pensi che sia tutto passato quando le ombre tornano e ti avvolgono, cercano di offuscarti la vista e ti azzannano la faccia provando a cancellare tutto quello che di buono hai fatto dopo quell’errore madornale che mai riuscirai a perdonarti fino in fondo. Più di uno a dirla tutta. Errori gravi, pesanti, duri. Che puoi anche tentare di giustificare a te stessa, visto l’intorno del tempo e data la tua aguzzina implacabile. Ma non riuscirai a prenderli tra le mani e ad infilarli dentro una scatola da metter via.

E sei a un passo da un nuovo crollo quando di fronte alla luce del mare e ad un vestito lunghissimo e rosso che passeggia laggiù sotto la rocca muovendosi nella brezza, la senti di nuovo, la stanchezza, la senti stringerti le viscere quasi più forte di prima. Sembra che sia dentro le tue cellule, le pieghe del tuo cervello. Era quasi tutto perfetto, ma è bastata una vela, una sensazione di déjà-vu e quell’abito semplice portato da un sorriso biondo spensierato e chissà che è accaduto.

Lacrime impreviste, la sensazione di perdere tutto all’improvviso.

Ed è quello che accade se non hai accanto qualcuno che ti tenga la mano, che ti accarezzi per calmarti e che sappia riportarti a Casa.